Il punto di vista dell’Ufficio parlamentare di bilancio sui vantaggi fiscali degli operatori stranieri in Italia nel settore digitale

Il 21 marzo 2017 presso le Commissioni riunite del Senato 6° Finanze e 10° Industia si è tenuta l’audizione di rappresentanti dell’Ufficio parlamentare di bilancio sul ddl, presentato dal senatore Massimo Mucchetti (PD). L’obiettivo principale del ddl è regolamentare la posizione fiscale di multinazionali e operatori esteri che svolgono attività in Italia in settori legati al digitale.
Secondo le opinioni del presentatore, benché più efficaci azioni possano essere intraprese in ambito OCSE o in ambito UE, il testo mira comunque a garantire maggior vigore all’azione dell’Agenzia delle Entrate rispetto a quei soggetti che oggi usufruiscono di normative incerte o assenti, eludendo in definitiva le imposte locali e mantenendo le aliquote vantaggiose di altri paesi dell’UE (soprattutto Irlanda, Olanda, Belgio e Lussemburgo).
Il documento presentato dall’Ufficio parlamentare di bilancio in occasione dell’Audizione informale raccoglie un’analisi delle problematiche legate alla tassazione dell’economia digitale a livello internazionale. In particolare, le criticità riscontrate acuiscono il problema dell’erosione delle basi imponibili e della ripartizione del gettito tra gli Stati, e sono di tre tipologie: a) l’identificazione della giurisdizione fiscale; b) la definizione della natura del reddito; c) la determinazione del valore delle basi imponibili.
In Italia, dopo l’adozione del pacchetto “Web tax” contenuto nella Legge di stabilità per il 2014, per altro in parte successivamente abrogato, vige una normativa lacunosa, cui il ddl in esame punta a offrire un primo rimedio. L’azione di controllo intrapresa dall’Agenzia delle entrate dovrebbe incentivare la regolarizzazione della condizione di quella che viene definita una “stabile organizzazione occulta”. Un’organizzazione, secondo la proposta, si potrà definire tale sulla base di tre caratteristiche: 1) svolgimento nel territorio dello Stato, in via continuativa, di attività digitali pienamente dematerializzate; 2) un numero di transazioni superiore a 500 unità in un semestre; 3) realizzazione di un ammontare complessivo non inferiore a un milione di euro su base semestrale. In aggiunta, il provvedimento mira a introdurre una ritenuta alla fonte, a titolo di imposta, del 26% sugli importi corrisposti da soggetti residenti in Italia ad operatori non residenti sul suolo nazionale, qualora questi ultimi non si siano uniformati alle richieste di regolarizzazione dell’Amministrazione. A tal fine, il provvedimento prevede la creazione di un apposito ufficio costituito presso l’Agenzia delle entrate.

il testo del documento: http://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/004/863/2017_03_15_-_UpB-New.pdf

LC